Il racconto dell'impresa ciclistica 2025
«Vita, fuoco, coraggio!» sono le tre parole che hanno accompagnato i 36 partecipanti (27 giovani, 8 salesiani e un papà-cuoco) dell’Impresa Ciclistica 2025.
Dodici giorni di pedalate, quasi mille chilometri, da Tolmezzo a Udine, passando da Austria, Slovacchia e Ungheria, con una sola meta: incontrare due figure, i beati Titus Zeman ed Elia Comini, salesiani, che hanno acceso nei loro cuori una scintilla di fuoco vero. Denominatore comune, per tutta l’esperienza, è stata la disponibilità a fare fatica, mettendosi in gioco in ogni momento della giornata e accettando qualche scomodità a cui non si è sempre abituati.
Partiti da Tolmezzo il 30 luglio, il percorso si è rivelato subito in salita: arrivare in Austria attraversando il Passo di Monte Croce Cornico (1380 m) è stato l’antipasto al giorno successivo, che ha visto il gruppo affrontare la grande scalata al Passo del Großglockner (2504 m), punto più alto e impegnativo dell’intero percorso. E poi Salisburgo, Vienna, Bratislava, fino al Santuario di Maria Trost a Graz. Ogni chilometro è stato l’occasione per conoscersi, condividere e fermarsi un po’ a riflettere sulla propria vita.
Tre i momenti più significativi: la visita al campo di concentramento di Mauthausen, nel quale silenzio è risuonata l’importanza di fare memoria; l’incontro a Bratislava con la testimonianza del beato Titus Zeman, che ha dato la vita per le vocazioni; l’arrivo a Maria Trost, luogo in cui si è fatto tesoro della bellezza vissuta insieme nell’affidamento a Maria.
L’Impresa è stata ancora una volta un’esperienza di cuore, in cui abbiamo gustato la bellezza della preghiera condivisa, le risate insieme nella semplicità dei momenti, l’aiuto reciproco nei momenti più duri; è stata un’esperienza di essenzialità, in cui poco è bastato per sentirci a casa in ogni luogo in cui siamo stati ospitati. È stata la prova, sempre rinnovata, che per giungere a mete alte è necessario fare fatica, ma
questa è ripagata dal panorama che si apre agli occhi e al cuore.
E oggi, tornati da qualche settimana, continua la vera impresa: tenere vivo il desiderio che ardeva nel cuore del giovane Elia Comini che si guardava e diceva “forse tendo alla mediocrità, brutta cosa che non mi è mai piaciuta e che non posso soffrire negli altri. Vita, coraggio, fuoco!”.
Buon cammino!
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