Il Rapporto ASviS 2025 e la sfida dei giovani per il futuro sostenibile
Jennifer Delmarre
Il decimo Rapporto ASviS — l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile — è un documento che non lascia spazio all’indifferenza. Dice chiaramente che il mondo, l’Europa e l’Italia stanno rallentando nella corsa verso gli obiettivi dell’Agenda 2030. Eppure, nonostante tutto, continua a lanciare un appello: essere ostinati nella speranza.
L’apertura del Rapporto è un grido lucido e coraggioso: «Siamo ostinati. No, non siamo ciechi. E neanche stupidi.»
Ostinati, perché credere in un mondo giusto, equo e sostenibile non è una moda, ma una responsabilità. Non ciechi, perché i dati mostrano che il pianeta è ferito da guerre, disuguaglianze, inquinamento e ingiustizia. E non stupidi, perché sappiamo che cambiare è possibile — ma solo se smettiamo di restare spettatori.
Solo il 18% degli obiettivi globali di sviluppo sostenibile (SDGs) è sulla buona strada. Il resto procede lentamente o addirittura indietreggia.
Mentre 59 conflitti armati devastano intere regioni, la spesa militare mondiale supera i 2.700 miliardi di dollari, e milioni di persone fuggono da guerre o disastri ambientali. I fondi destinati alle Nazioni Unite vengono tagliati, e i Paesi poveri pagano debiti sempre più insostenibili.
Eppure, nel buio, si intravedono luci: accordi internazionali come l’Impegno di Siviglia o il Patto sul Futuro cercano di rilanciare la cooperazione tra i Paesi.
L’Unione Europea, che un tempo era guida nel campo della sostenibilità, oggi mostra segnali di fatica.
Ci sono passi avanti — per esempio su energie rinnovabili, lavoro e parità di genere — ma anche gravi contraddizioni: più spese militari, politiche commerciali incoerenti, tagli alla trasparenza sulla sostenibilità delle imprese.
Il rischio è di perdere la rotta, proprio mentre servirebbe una visione unita e coraggiosa, capace di difendere la pace, la giustizia e la cura del pianeta.
Il quadro italiano è complesso.
Rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030, l’Italia arretra in sei ambiti (povertà, disuguaglianze, acqua, vita sulla terra, pace, partnership), è stabile in quattro e migliora solo in sei. L’unico progresso forte è nell’economia circolare, segno che la strada verso un uso più intelligente delle risorse è percorribile.
Tuttavia, il 58% dei traguardi resta fuori portata. Povertà, salute, disuguaglianze e giustizia rimangono nodi irrisolti.
L’ASviS non si limita a denunciare: costruisce una visione, un Piano di Accelerazione Trasformativa. Otto grandi linee d’azione che indicano come rimettere in moto un futuro sostenibile per tutti:
Per i giovani, questo Rapporto è un invito a non restare ai margini.
Non basta indignarsi: serve studiare, scegliere in modo consapevole, impegnarsi nei luoghi in cui si vive — a scuola, in università, nel lavoro, nel volontariato.
Lo sviluppo sostenibile non è solo una questione di ambiente, ma di giustizia, di relazioni e di speranza. È scegliere di non accettare un mondo dove pochi decidono per tutti, ma di costruirne uno dove ogni persona possa vivere con dignità.
Come scrive l’ASviS: “Siamo ostinati, perché crediamo in un futuro possibile.”
E forse, proprio l’ostinazione — quella che nasce dal sogno e si traduce in impegno — è la parola più rivoluzionaria che un giovane possa scegliere oggi.
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