Respirare Dio

Giovani in ricerca di Dio, tra le montagne di Cesana. Il racconto degli Esercizi Spirituali.

A Cesana per respirare forte: Dio, la montagna e noi

Dal 20 al 24 luglio, una trentina di giovani da tre regioni salesiane – ICP (Piemonte), ILE (Lombardia-Emilia) e la nostra INE (Nord Est) – si sono trovati a Cesana Torinese per vivere una settimana fuori dall’ordinario: non vacanza, non campo, ma esercizi spirituali. Una parola che può sembrare “pesante”, ma che invece si è rivelata un tuffo profondo nella propria interiorità… con gli scarponi ai piedi.

Noi dell’INE eravamo in otto, accompagnati da don Luca, don Michele e Damiano. Una squadra piccola ma bella tosta!

Prima ancora di arrivare a Cesana, ci ha accolti un intervento forte di don Macchetta. Con un tono diretto e provocante, ci ha messi subito davanti a una domanda: vogliamo davvero diventare “uomini di cose”? Tradotto: vogliamo ridurci a gestire attività, correre da una parte all’altra, riempire agende… e perdere di vista il cuore? Il rischio, se sei dentro la pastorale o nell’ambito educativo, è reale. E ce l’ha detto chiaramente. Un invito secco ma vitale a rimanere ancorati a ciò che ci fa vivere davvero.

Ha toccato tre punti chiave che ci siamo portati dietro per tutta la settimana:

  • Accompagnare non è fare lo psicologo, ma camminare vicino con discrezione.
  • Ascoltare non è solo sentire, ma accogliere davvero l’altro senza volerlo aggiustare.
  • Pregare non è un dovere da segnare in agenda, ma il respiro profondo dell’anima.

Parole che ci hanno spiazzati, ma anche aperti. Uno start deciso per entrare nel silenzio e lasciarsi provocare.

Le meditazioni vere e proprie sono state guidate da don Michele Bortolato, che ci ha accompagnato giorno per giorno dentro una figura potente: Gesù, Re della storia. Ma non un Re in trono con la corona d’oro, piuttosto uno che scende, che si sporca le mani, che ci invita a seguirlo per davvero. Le sue parole ci hanno aiutati a scavare dentro, a pregare sul serio, a parlare tra noi con verità.

Lunedì è stata la giornata “fuori programma”: una camminata fino al Lago Nero e oltre, fino al confine con la Francia. Non proprio una passeggiata: 20–28 km (dipende da chi ha tracciato il percorso!), salita dura, zaini in spalla, e fiato corto. Ma anche panorami da sogno, silenzi che ti entrano dentro, bellezza che ti fa pregare anche senza parole. Il cammino è stato un vero esercizio spirituale, ma in movimento, con le gambe e con il cuore.

Le giornate a Cesana sono state fatte di ritmi semplici ma intensi: Lodi al mattino, Messa, momenti di silenzio, deserto, adorazione. La sera invece spazio al gioco, alla fraternità, ai dialoghi veri. Nessuna maschera, nessuna fretta: solo il gusto di stare insieme e riconoscere che Dio passa anche nella voce degli altri.

Tanti di noi, alla fine, hanno condiviso che si sentivano “toccati”, “provocati”, “chiamati” da dentro. E soprattutto che l’amicizia nata lì – tra chi si conosceva già e chi si è incontrato per la prima volta – era qualcosa di più di una semplice simpatia: era fraternità vera.

Cesana ci ha regalato un luogo e un tempo per ascoltare Dio: nel silenzio, nella natura, nella Parola, nel volto di chi cammina accanto. È stato un momento forte nel cammino vocazionale di ognuno. E anche se adesso siamo tornati a casa, con le scarpe più impolverate e il cuore più leggero, quello che è successo lassù resterà. Perché quando ti fermi davvero… qualcosa cambia.

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