Il diritto alla dignità

Ogni minore è titolare di diritti inalienabili che dobbiamo riconoscere, custodire e promuovere. Come educatori siamo chiamati a costruire giustizia a partire dai più piccoli. Oggi parliamo del diritto alla dignità.

Aleksandar Andreev Aleksandar Andreev

«Questi sono tempi in cui ci vuole coraggio. Coraggio per sognare, per scegliere, per stare dalla parte dei più piccoli. Don Bosco l’ha fatto. Tocca a noi.»

Siamo tutti responsabili dei più piccoli

Ci sono parole che sembrano troppo grandi per essere messe accanto ai più giovani. Parole come giustizia, diritti, dignità. Eppure, è proprio da qui che si costruisce una società più umana e solidale. La questione dei diritti dei minori non riguarda solo i tribunali, le leggi e le aule parlamentari: è una questione educativa e pastorale, che chiama in causa ciascuno di noi.

Don Bosco ne era convinto: «In ogni ragazzo, anche il più disgraziato, c’è un punto accessibile al bene». E proprio quel “punto” è il terreno sacro della dignità umana. Proteggere i diritti dei minori significa riconoscere che ogni bambino e ogni adolescente ha dentro di sé un valore che precede ogni merito, ogni fragilità, ogni ferita.

Una questione di Vangelo e di società

Nel Vangelo, Gesù si è messo dalla parte dei piccoli. Li ha presi in braccio, li ha posti al centro, ha detto che il Regno di Dio appartiene a chi sa farsi come loro. La Chiesa, seguendo questo cammino, non ha mai smesso di affermare che il rispetto della dignità del minore è fondamento di ogni giustizia.

La Dottrina Sociale della Chiesa è molto chiara: la persona, ogni persona, va posta al centro della vita sociale. Ma quando questa persona è fragile, indifesa, povera – come spesso accade nei più piccoli – allora la giustizia deve farsi solidarietà. E la solidarietà, come ci ricorda Papa Francesco, è più di un sentimento: è «un pensiero e un'azione che parte dal cuore».

La Convenzione ONU e lo “spirito di Valdocco”

Nel 1989, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ratificata anche dall’Italia nel 1991. È un testo importante, perché riconosce ufficialmente che i bambini sono portatori di diritti, e non solo oggetto di protezione. Hanno diritto alla vita, all’educazione, alla salute, al gioco, alla libertà di espressione, alla famiglia, all’identità.

Eppure, tutto questo – per chi vive il carisma salesiano – non è solo teoria. È lo spirito di Valdocco, la prassi educativa di Don Bosco, che trasformava i “diritti” in relazioni, casa, fiducia, sogni. Il santo dei giovani ha incarnato questi principi quando ancora non esistevano dichiarazioni internazionali: accoglieva, ascoltava, educava, restituiva dignità.

Educare è atto di giustizia

C’è un verbo che ritornerà in ogni articolo di questa serie: educare. Non è uno slogan, né un privilegio per pochi. È un atto di giustizia verso chi è piccolo, fragile, appena all’inizio del proprio cammino. Educare è aiutare un giovane a scoprire che ha dei diritti, ma anche che può farne dono agli altri. Che è cittadino oggi, non domani. Che può essere protagonista di un mondo più giusto.

Lo diceva anche Don Bosco: «Non basta amare i giovani, bisogna che si accorgano di essere amati». E amare davvero significa anche lottare per i loro diritti, costruire ambienti dove possano crescere, e offrire loro adulti credibili che li accompagnino con cuore e intelligenza.

E noi, che parte scegliamo?

Se sei un educatore, un animatore, un insegnante, un giovane in cammino… questo è il tempo per schierarsi. In un mondo che spesso dimentica i più piccoli, noi vogliamo ricordarli. In una società che li tratta come consumatori o numeri, noi li guardiamo come fratelli. In una Chiesa che desidera rinnovarsi, noi li mettiamo al centro.

Non si tratta solo di parlare dei diritti dei minori, ma di testimoniarli. Di creare oratori, scuole, comunità e famiglie dove il diritto alla parola, all’educazione, alla gioia e alla speranza non siano solo scritte, ma esperienze reali.

In questo percorso che comincia oggi, proveremo a guardare con occhi nuovi alcuni di questi diritti, uno alla volta. Per capire meglio, per educare con più consapevolezza, per amare come Don Bosco.


  • Quali diritti fondamentali mi sono stati garantiti nella mia crescita?
  • Cosa vuol dire, per me, essere educatore “giusto”?
  • Nella mia realtà, quali spazi mettono davvero i minori al centro?

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