Gruppo Ricerca: Segni concreti

Una trentina di giovani si sono incontrati a Montebelluna e Padova dal 5 al 7 dicembre per il terzo incontro.

Dal 5 al 7 dicembre, con un gruppo di una quindicina di giovani e salesiani, abbiamo vissuto il terzo incontro del gruppo GR e FAF maschile, sulle orme di sant’Antonio da Padova.

La sera del 5 siamo arrivati all’Oasi dei Giovani a Camposampiero, in provincia di Padova, dove abbiamo trascorso la serata preparandoci al pellegrinaggio che ci attendeva il giorno dopo.

La mattina del 6 abbiamo iniziato il nostro cammino, che da Camposampiero ci avrebbe portati alla Basilica di Sant’Antonio a Padova: 25 chilometri in cui siamo stati accompagnati dalla figura di questo Santo che ha saputo fare della sua vita un capolavoro, lasciandosi modellare da un Dio che ha incontrato grazie a quattro poveri frati francescani.

Tre immagini ci hanno accompagnato durante tutto il percorso: Gesù Bambino, il giglio e la Parola di Dio. Non concetti astratti, ma segni concreti che ci ricordavano cosa significa vivere con fiducia, purezza di cuore e ascolto.

Perché questo pellegrinaggio? Per metterci in cammino nell’attesa di incontrare Gesù; per scegliere, con decisione, di andare verso di Lui anche nella fatica, con lo zaino pesante sulle spalle e la stanchezza nelle gambe, i piedi affaticati. Mentre avanzavamo, pensavamo al momento dell’arrivo in Basilica, quando avremmo incontrato Cristo attraverso la figura di sant’Antonio. Credevamo che la meta fosse l’obiettivo, ma abbiamo scoperto che, in realtà, è proprio mentre cammini che Dio si fa compagno di viaggio: nelle persone accanto a te, nella fatica condivisa, nell’attesa vissuta insieme.

Il 7 siamo stati accompagnati durante la mattinata da due testimonianze, quelle di Emilio e Carlo, che ci hanno raccontato il modo in cui hanno incontrato Dio nel loro “vagare”, e come Lui, anche attraverso la fatica e il dolore, si sia fatto carne e si sia manifestato nell’inaspettato.

Cosa mi porto a casa da questi giorni? Tanta gratitudine. La gratitudine di chi sa di essere così amato da avere un Dio che continuamente mette qualcuno accanto a lui per non lasciarlo mai solo. Porto con me una conoscenza un po’ più profonda di un Dio estremamente fantasioso, che ogni giorno incontro come fosse la prima volta, perché ogni giorno si presenta in una persona, in una situazione, in una scelta che non mi sarei aspettato. Il modo in cui Dio sa “tendere una trappola” alle sue anime, sorprendendole con la sua presenza.

E davanti a questo amore, davanti all’attesa di incontrarlo… chi non si metterebbe subito in cammino?

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