Duccio Macchetto

L'unione tra fede e scienza

"Scienza e Fede". Una rubrica che racconta le storie di scienziati credenti, esplorando il dialogo tra il rigore scientifico e la spiritualità.

Dario Brönnimann Dario Brönnimann

Duccio Macchetto

Duccio Macchetto è un astrofisico italiano, noto per i suoi contributi alla ricerca astronomica, in particolare nel campo della formazione ed evoluzione delle galassie, dei quasar e dei buchi neri supermassicci. Ha avuto un ruolo significativo nello sviluppo e nella gestione del Telescopio Spaziale Hubble, uno degli strumenti più importanti per l'astronomia moderna.

Nato in Italia, Macchetto si è laureato in fisica all'Università di Torino, dove ha iniziato la sua carriera accademica. Successivamente ha conseguito il dottorato di ricerca e si è trasferito all'estero per lavorare presso alcuni dei più importanti centri di ricerca astronomica del mondo.

Macchetto ha lavorato per molti anni presso lo Space Telescope Science Institute (STScI), l'istituzione responsabile delle operazioni scientifiche del telescopio Hubble, e presso l'Agenzia Spaziale Europea (ESA). È stato anche direttore della Divisione di Astronomia dell'ESA.

Durante la sua carriera, Macchetto si è concentrato su diversi temi di ricerca in astrofisica:

Lo studio dei quasar e delle galassie attive, oggetti estremamente luminosi alimentati da buchi neri supermassicci.
La comprensione della formazione e dell'evoluzione delle galassie e dei loro nuclei attivi.
L'analisi della struttura e della dinamica delle galassie vicine e lontane.
Grazie alle osservazioni del telescopio Hubble e di altri strumenti, Macchetto ha contribuito a scoprire prove decisive dell'esistenza di buchi neri supermassicci nei centri di molte galassie, un risultato fondamentale per la cosmologia e l'astrofisica moderna.

Uno dei principali contributi di Macchetto è stato il suo coinvolgimento nel progetto del Telescopio Spaziale Hubble. Ha avuto un ruolo chiave nel coordinare le attività scientifiche e nell'assicurare che le osservazioni del telescopio fossero utilizzate per affrontare alcune delle domande più pressanti dell'astrofisica. Hubble ha rivoluzionato la nostra comprensione dell'universo, e Macchetto è stato tra i protagonisti di questa rivoluzione.

Duccio Macchetto ha ricevuto numerosi riconoscimenti per i suoi contributi alla scienza, tra cui premi internazionali per la ricerca astronomica e la gestione di grandi progetti scientifici. È stato membro di prestigiose accademie scientifiche e ha pubblicato centinaia di articoli su riviste specializzate.

Macchetto è ricordato come una figura influente nell'astrofisica moderna, capace di combinare eccellenza scientifica e visione strategica nello sviluppo di progetti astronomici. Il suo lavoro ha lasciato un'impronta duratura nella nostra comprensione dell'universo e nel modo in cui osserviamo il cielo.


D. Come concilia la sua fede con il lavoro che fa, e le scoperte davanti a cui si trova quasi ogni giorno?
R. «Dal punto di vista personale, la mia fede si accresce con queste scoperte, perché mi rendo conto che Dio ci sa davvero fare. Ma la fede è un dono, e la mia probabilmente aumenterebbe anche se studiassi biologia, oppure se guardassi fuori dalla finestra le meraviglie del mondo. Ogni scoperta scientifica, però, porta sempre ad uno stadio oltre il quale le spiegazioni umane non bastano più. Il Big Bang, ad esempio, è attualmente la teoria più coerente per spiegare l'origine dell'universo, e io la condivido. Però analizzandola si arriva comunque ad un punto in cui diventa impossibile spiegare tutto. Ad esempio come si è creato il vuoto da cui è cominciato il movimento? Oppure, da dove vengono le stesse eleggi della fisica? L'errore che fanno gli uomini, secondo me è pensare che Dio sia fatto a loro immagine e somiglianza, e quindi misurarlo sulle nostre forze. Semmai è il contrario. Noi siamo fatti un po' a sua immagine e somiglianza, ma Dio è molto meno limitato, e può agire in modi a noi incomprensibili. Dunque possiamo comprendere qualcosa, ma poi dobbiamo ammettere ed accettare i nostri limiti».
 

D. Come vede oggi il rapporto tra scienza e fede?
R. «È molto migliorato. Anche perché soprattutto la religione, e in particolare la Chiesa cattolica, hanno fatto dei grandi passi in avanti per superare certe incomprensioni del passato. La separazione dei compiti è importante, e quindi la scienza dovrebbe smettere di interferire nelle cose della fede, così come la religione non deve cercare di dire agli scienziati come fare il loro lavoro. Alcuni studiosi però vorrebbero ancora provare a dimostrare che Dio non esiste, basandosi sull'ambizione di sapere come funziona l'universo. Secondo me, invece, anche la conoscenza più completa resterebbe irrilevante ai fini della fede. Capire come funziona l'universo, infatti, non ci trasforma nei suoi creatori, e non ci permette comunque di metterci al posto di Dio».

Avvenire, 26 giugno 1998

Versione app: 3.37.4 (466e783e)