Dono di Dio

Capitolo 1

In questa prima parte, composta da due capitoli, ci sono le grandi ispirazioni della proposta pastorale. Oggi vediamo il primo capitolo: Dono di Dio.

Priscilla Du Preez Priscilla Du Preez

«La fede in Gesù conduce a una speranza che va oltre, a una certezza fondata non soltanto sulle nostre qualità e abilità, ma sulla Parola di Dio» (Papa Francesco, Christus vivit, n.141)

Viviamo in un mondo che ci chiede continuamente di “fare”, di essere protagonisti del cambiamento, di costruire una società più giusta. Papa Francesco lo ha ricordato ai giovani: «La Chiesa ha bisogno di giovani che non si accontentano di stare a guardare, ma che si impegnano per cambiare».
Ma per riuscirci davvero — per non fermarci alle buone intenzioni o alla semplice voglia di fare — serve una forza più profonda, una luce che illumini e scaldi dentro: la fede.

Una luce che non nasce da noi

La fede non è solo un sentimento, né un insieme di regole o tradizioni. È un incontro. Nasce quando lasciamo che Dio ci raggiunga, che ci chiami per nome e ci faccia scoprire quanto ci ama. È una luce che non viene da noi, ma da Lui.
Come scrive Papa Francesco nella Lumen Fidei: «La fede nasce nell’incontro con il Dio vivente, che ci chiama e ci svela il suo amore».
Da quell’incontro riceviamo “occhi nuovi”: impariamo a guardare la vita non con paura o rassegnazione, ma con fiducia e speranza.

Quando la fede entra in scena

Il Vangelo ci racconta di due incontri che parlano proprio di questo. Una donna malata da dodici anni e un padre disperato per la figlia in fin di vita si affidano a Gesù. Entrambi scelgono di credere, anche quando tutto sembra perduto.
La donna tocca il mantello di Gesù e guarisce; il padre ascolta la parola che ribalta ogni paura: «Non temere, soltanto abbi fede» (Lc 8,50).

In quelle due storie c’è tutta la forza della fede: quando l’uomo ha esaurito le proprie possibilità, Dio apre strade nuove.
La Bibbia chiama la fede con una parola bellissima: ’emûnah, che significa “sostenere”. È la stessa radice della parola “fedeltà”. Credere, quindi, vuol dire affidarsi a un Dio fedele, che non ci lascia cadere.

Un cuore che si apre

La fede, però, non è magia. È un movimento del cuore, una disponibilità interiore.
La donna malata, dice il Vangelo di Matteo, «diceva tra sé: Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata» (Mt 9,21). È in quella fiducia che nasce il miracolo.

Gesù non forza mai nessuno: attende un cuore aperto. Senza fiducia, persino Lui — racconta Marco — «non poteva compiere nessun prodigio» (Mc 6,5).
La fede non viene dopo i miracoli: è la fede che li rende possibili.
Don Bosco lo sapeva bene quando diceva ai suoi missionari: “Abbiate fiducia in Gesù e in Maria Ausiliatrice, e vedrete cosa sono i miracoli”.

Gesù stesso ha vissuto questa esperienza: anche Lui, come uomo, si è affidato completamente al Padre. Ha creduto nella sua presenza e nel suo amore, fino alla croce. Per questo possiamo dire che credere significa guardare il mondo con gli occhi di Gesù, vedere la realtà come la vede Lui.

La fede libera la forza di Dio

La fede è la chiave che apre la porta della nostra vita a Dio.
Nel Vangelo, la potenza di Gesù si manifesta in chi si fida di Lui: «Figlia, la tua fede ti ha salvata, va’ in pace!» (Lc 8,48).
Tutti lo toccavano, ma solo quella donna è stata guarita. La differenza non era nel gesto, ma nel cuore.

Gesù non è un “mago” che cerca applausi: è il Signore della vita che, con dolcezza e forza, prende per mano e rialza.
«Fanciulla, io ti dico: àlzati!» (Mc 5,41).
E la vita torna a fiorire.

Fede è dire “sì” all’Amore

Alla fine, la fede è molto semplice: è dire “sì” all’amore di Dio, che non si arrende davanti a nulla.
È credere che Gesù è davvero il “sì” di Dio per ciascuno di noi, come ricorda ancora Papa Francesco: «La fede cristiana è centrata in Cristo, è confessione che Gesù è il Signore e che Dio lo ha risuscitato dai morti» (Lumen fidei, n.15).

Credere non è quindi un rifugio per chi ha paura, ma un atto di coraggio. È lasciare che Dio entri nella nostra storia e la trasformi dall’interno. È fidarsi di un Amore che non delude.
Come scrive san Paolo: «Per questa grazia siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio» (Ef 2,8).

La fede non è un traguardo, ma un cammino. E ogni passo fatto con fiducia diventa luce, vita, resurrezione.


Soltanto alla fede è concesso di vedere Dio
Cfr. Lettera a Diogneto, VIII, 1-11

Chi fra tutti gli uomini sapeva perfettamente che cosa è Dio, prima che egli venisse? Vorrai accettare i discorsi vuoti e sciocchi dei filosofi degni di fede? Alcuni affermavano che Dio è il fuoco, ove andranno essi chiamandolo Dio, altri dicevano che è l'acqua, altri che è uno degli elementi da Dio creati. Certo, se qualche loro affermazione è da accettare si potrebbe anche asserire che ciascuna di tutte le creature
ugualmente manifesta Dio. Ma tutte queste cose sono ciarle e favole da ciarlatani. Nessuno l’ha visto né conosciuto, ma lui stesso si è manifestato. E si è rivelato attraverso la fede, alla quale soltanto è stato concesso di vedere Dio. Dio, signore e creatore dell’universo, che ha fatto tutte le cose e le ha stabilite in ordine, non solo si mostrò amico degli uomini, ma anche magnanimo. Tale fu sempre, è e sarà: eccellente, buono, mite e veritiero, il solo buono. Avendo pensato un piano grande e ineffabile lo comunicò solo al Figlio. Finché lo teneva nel mistero e custodiva il suo saggio volere, pareva che non si curasse e non pensasse a noi. Dopo che per mezzo del suo Figlio diletto rivelò e manifestò ciò che aveva stabilito sin dall’inizio, ci concesse insieme ogni cosa, cioè di partecipare ai suoi benefici, di vederli e di comprenderli. Chi di noi se lo sarebbe aspettato?

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