Date voi stessi

Il Vangelo commentato dai giovani e dai salesiani. Prenditi un tempo di meditazione sulla Parola di Dio.

Sylvain Brison Sylvain Brison

Santissimo corpo e sangue di Cristo

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,11b-17

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Commento

Gesù non parla solo: nutre e guarisce
Gesù non si limita a insegnare: parla del Regno e guarisce chi ha bisogno. Si prende cura di chi ha fame di senso e di chi ha fame nel corpo. Il Regno di Dio è questo: una parola che consola e un gesto che risana, un Dio che si fa vicino in tutto, anche nei bisogni più concreti. Gesù ci mostra che la fede non è qualcosa di astratto, ma qualcosa che si tocca, si vive, si spezza e si condivide.

“Voi stessi”: la responsabilità della condivisione
I discepoli vogliono congedare la folla, mandarla via, scaricare il problema. Ma Gesù li spiazza: «Voi stessi date loro da mangiare». È una provocazione: non possiamo sempre aspettare che qualcun altro risolva, che Dio faccia tutto da solo. Gesù ci coinvolge. Ci chiama a metterci in gioco con quello che abbiamo, anche se ci sembra poco. E proprio partendo da quel poco, accade il miracolo.

Il miracolo nasce dal gesto eucaristico
Gesù prende i pani e i pesci, li benedice, li spezza, li dona. È lo stesso gesto dell’ultima Cena, della Messa, dell’Eucaristia. Il miracolo non sta solo nella moltiplicazione, ma nel cuore di Gesù che trasforma il poco offerto con amore in abbondanza. Quando ci fidiamo e condividiamo, nessuno resta a digiuno. E avanza pure: dodici ceste, come a dire che la logica di Dio è sovrabbondante, generosa, traboccante.

L’Eucaristia è scuola di vita concreta
Nel Corpus Domini celebriamo un Dio che si fa pane, che si lascia spezzare per noi. Ma non basta riceverlo sull’altare: va accolto nella vita. L’Eucaristia ci educa alla fraternità, alla condivisione, alla responsabilità. È il pane che ci fa diventare pane per gli altri. È l’amore che ci insegna a guardare chi ci è accanto con occhi nuovi, non da spettatori ma da fratelli.

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