Appuntamento con Dio

Uno dei discernimenti all’inizio del cammino vocazionale riguardava la vita di missione, forse c’era questo desiderio di dare la disponibilità per andare in missione.

Quell’esperienza mi ha aiutato a tornare ad una fede più semplice, anche vedendo la spontaneità e libertà con cui pregano in Brasile. Ho rincontrato Dio in una forma anche più affettiva e ho imparato cosa vuol dire la preghiera di lode e ringraziamento dopo aver vissuto delle giornate piene e donate.


Ciao, sono Elia Rubin, un salesiano dell’ispettoria Italia Nord Est. Sono salesiano da sette anni e l’11 ottobre farò la perpetua (oppure ho fatto, a seconda di quando stai leggendo). Sono un salesiano coadiutore, del tipo salesiano ma non prete, perché in fondo quello che mi importava era stare con i giovani (e certo donare la vita a Dio e cose affini), poi prete o non prete per me cambiava poco.

Uno dei discernimenti all’inizio del cammino vocazionale riguardava la vita di missione, forse c’era questo desiderio di dare la disponibilità per andare in missione. Sto ancora facendo discernimento, anche perché una mia passione riguarda le lingue ed il viaggiare quindi temo che sia più un desiderio personale ed egoistico piuttosto che una chiamata alla vita di missione. Comunque, nell’estate del 2024 ho avuto l’occasione di accompagnare nove giovani, universitari e lavoratori, in Brasile per 21 giorni di servizio in una comunità salesiana. In realtà la destinazione iniziale era inizialmente l’Ecuador e poi il Perù, ma a cause di instabilità politiche e sociali abbiamo optato per il Brasile.

Concretamente abbiamo aiutato ad animare qualche giorno un oratorio estivo per i ragazzi poveri, poi abbiamo dipinto e sistemato alcune aule di una scuola salesiana per i poveri e infine abbiamo visitato e portato vestiti ad alcune famiglie povere. È stata un’esperienza unica soprattutto per il clima di famiglia che si è creato tra noi dieci italiani, ancora adesso ci sentiamo quasi ogni settimana. Ci ha colpito l’accoglienza infinita che i laici e i salesiani hanno riservato per noi, preparando degli ambienti apposta per noi, riempiendoci di cibo nonostante non navigassero nell’oro.

Abbiamo pianto varie volte sentendo i racconti di tutto quello che si potrebbe fare se ci fossero più fondi e conoscendo alcuni dei ragazzi che sono accolti nell’oratorio e nella scuola dedicate a chi non può permetterseli. Alcuni dei giovani che sono partiti insieme a me stanno ora portando avanti attività di raccolta fondi per questa comunità salesiana e un ragazzo è ripartito anche quest’estate per un’altra destinazione missionaria rimanendo anche un mese in più.

Quell’esperienza mi ha aiutato a tornare ad una fede più semplice, anche vedendo la spontaneità e libertà con cui pregano in Brasile (modi di pregare e cantare che magari ci metterebbero in imbarazzo in alcuni aspetti). È stato molto bello vivere dei momenti di preghiera con gli altri giovani, in modo libero e volontario, come ad esempio le lodi alla mattina prima di partire con i lavori o la messa in portoghese prima di cena. Ho rincontrato Dio in una forma anche più affettiva e ho imparato cosa vuol dire la preghiera di lode e ringraziamento dopo aver vissuto delle giornate piene e donate. Se magari il mio rapporto con Dio era diventato un po’ burocratico e relegato in alcuni momenti ormai consolidati e “obbligati” della giornata, come le preghiere assieme alla comunità, grazie a questa esperienza ho decostruito alcune strutture per tornare ad una preghiera più semplice e genuina, forse.

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