Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi». (Marco 2,21-22)
Jane Maria da Silva: i bambini per primi
Suor Jane Maria da Silva, Premio Carlo Marchini 2021, suora salesiana in Brasile Sesta di nove figli, suor Jane Maria da Silva è nativa dello Stato del Minas Gerais, in Brasile. Dopo aver compiuto la professione religiosa nell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice nel 1999 ha svolto la propria azione pastorale in diverse missioni tra cui il centro di accoglienza Chiara Palazzoli a Nova Contagem, istituito grazie all’Associazione Carlo Marchini, e oggi nell’oratorio Madre Maddalena Morano, a Barbacena. Al centro della sua vita e della sua azione pastorale ci sono i bambini: la loro formazione e la formazione degli educatori sono per suor Jane al primo posto e, nelle diverse missioni in cui è stata, si è sempre occupata di questo, credendo profondamente che il pieno sviluppo di ogni bambino e giovane si realizzi grazie alla compresenza della propria famiglia e di una comunità sociale e spirituale accoglienti.
Suor Alma e le ragazze di Laga
A Laga - Timor Est - oggi ci sono due strutture, che ospitano 110 bambine e ragazze di età compresa tra i sei e i 17 anni. A pochi passi da entrambe, si trovano due scuole. Diverse le ragioni che portano le giovani nella struttura, dice suor Alma: “Ci sono ragazze che hanno perso entrambi i genitori oppure uno dei due; spesso le ragazze che arrivano a Laga sono orfane di madre”. Le morti da parto sono ancora molto diffuse, anche a causa del persistenza di pratiche tradizionali, come il partorire a casa, spesso in assenza di condizioni igieniche adeguate. Spesso sono i nonni a occuparsi delle ragazze ma, quasi sempre non hanno abbastanza forze e risorse e le inviano da noi a fare il ciclo di studi. Stanno emergendo nuovi fattori che spingono le ragazze a cercare accoglienza nella struttura o a rivolgersi ai servizi sociali. Aumentano sempre di più i divorzi e anche le denunce di casi di violenza domestica.
Un problema che colpisce l’isola da anni, è quello della tubercolosi. Suor Alma se ne occupa come medico e conosce la situazione: “Negli anni ’90 un massiccio intervento sostenuto dalla Caritas norvegese era riuscito a far migliorare la situazione” ricorda. “Dopo l’indipendenza però il progetto è passato nelle mani del ministero della Salute, c’è stata meno preparazione e la gestione non e’ stata altrettanto efficace”. Secondo suor Alma, la fine delle dominazione indonesiana, macchiata anche da violenze e soprusi che spinsero le Nazioni Unite a intervenire, è stata una conquista. Numerosi, però, i nuovi problemi. “Questa è una democrazia ancora molto fragile” dice la missionaria, che denuncia la “mancanza di preparazione politica di chi oggi ha il potere”. Secondo la missionaria, “non potrebbe essere altrimenti perché Timor subisce dominazioni dal sedicesimo secolo, a partire dai portoghesi, quindi è normale che manchi ancora una struttura forte”. Secondo suor Alma, allora, “c’è un lungo cammino da fare”.
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