Un messaggio per chi domani inizierà gli esami di maturità.
Domani ti sveglierai con lo stomaco chiuso, le mani un po’ sudate e la testa piena di parole, formule, titoli, pensieri. Cercherai di ripetere gli ultimi appunti, di ricordarti il titolo di quella poesia, l’incipit di quella novella, il perché di una formula o la tesi di un autore. Ma non è solo un esame quello che stai per affrontare. È molto di più. È un passaggio. È un segno. È un nome che racconta una svolta.
Lo chiamiamo Esame di Maturità, ma prima di tutto è un momento di verità: con te stesso, con quello che sei diventato in questi anni, con ciò che sogni per il futuro. Non si tratta solo di rispondere a domande, ma di raccogliere una sfida: riuscirai a essere te stesso anche sotto pressione? A non ridurti a una prestazione? A credere che vali più di quello che saprai scrivere?
La paura che senti è vera. È legittima. Ma non è nemica. È il segno che stai attraversando qualcosa che conta. Ogni grande salto nella vita è accompagnato da un tremore. Non lasciare che la paura abbia l’ultima parola. Non sei solo un numero. Non sei solo un voto. Sei un’opera in divenire.
Sì, perché il vero capolavoro, come scrive qualcuno, non è l’esame, ma sei tu, con la tua storia, con le tue cadute e i tuoi slanci. Sei tu che hai imparato, a volte lottando, a dare il meglio di te. Sei tu che in questi anni hai cominciato a intravedere chi vuoi diventare. Non lasciare che un giorno solo riduca tutto questo a una prestazione.
Chi è adulto ha attraversato già molti “esami di maturità” nella vita — non quelli scolastici, ma quelli veri, quelli esistenziali, che ti chiedono di scegliere, di assumerti responsabilità, di accettare fallimenti, di ricominciare. Ce ne saranno altri, te lo assicuro. Ma questo qui, che ti appresti a vivere, ha un valore simbolico fortissimo: ti dice che stai crescendo. Che stai uscendo. Che stai diventando protagonista.
La maturità non è avere tutte le risposte. È cominciare a farsi le domande giuste. È sapere che la vita è più grande dei programmi scolastici, ma che tutto ciò che hai imparato può aiutarti a viverla con più consapevolezza. È scoprire che non si finisce mai di imparare, che non c’è età in cui si smette di essere in cammino.
Perciò, mentre domani entrerai in quella scuola che conosci a memoria, ricordati questo: non è solo un esame. È un’occasione. Di esserci davvero. Di metterti in gioco. Di guardare oltre. Di cominciare a costruire — non da solo, ma con gli altri — un mondo più maturo, più libero, più umano.
Coraggio. Non serve essere perfetti. Serve essere veri. E tu, lo sei.
Ti auguro un grande inizio.
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