"Scienza e Fede". Una rubrica che racconta le storie di scienziati credenti, esplorando il dialogo tra il rigore scientifico e la spiritualità.
John Polkinghorne
John Polkinghorne (1930–2021) è stato un fisico teorico britannico, teologo anglicano e autore, noto per il suo lavoro pionieristico nel collegare la scienza e la fede. Dopo una brillante carriera nella fisica delle particelle, Polkinghorne decise di diventare sacerdote anglicano, dedicando la sua vita a esplorare le relazioni tra scienza e religione.
John Polkinghorne nacque il 16 ottobre 1930 a Weston-super-Mare, in Inghilterra. Studiò matematica e fisica al Trinity College di Cambridge, dove completò il dottorato sotto la supervisione di Paul Dirac, uno dei padri della meccanica quantistica.
Dopo il dottorato, Polkinghorne divenne un esperto nella fisica teorica, contribuendo significativamente alla comprensione delle particelle subatomiche. Lavorò presso prestigiose università, tra cui Cambridge, e collaborò con alcuni dei principali fisici del suo tempo. Pubblicò ricerche fondamentali sulla teoria delle particelle elementari, diventando una figura rispettata nella comunità scientifica.
Nel 1979, all'apice della sua carriera scientifica, Polkinghorne decise di lasciare la fisica per intraprendere un percorso nella teologia. Studiò presso il Westcott House Theological College e fu ordinato sacerdote anglicano nel 1982. Questa decisione rifletteva il suo desiderio di esplorare più a fondo le domande ultime sull'esistenza, che percepiva come complementari alla ricerca scientifica.
Polkinghorne divenne una delle voci più autorevoli nel dialogo tra scienza e religione. Scrisse oltre 30 libri, rivolgendosi sia a lettori specialisti che al grande pubblico. Tra i suoi lavori più noti:
"Science and Christian Belief" (1994): un libro in cui esplora come la scienza e la fede possano essere integrate.
"The Faith of a Physicist" (1996): un'analisi delle dottrine cristiane dal punto di vista di un fisico.
"Quantum Physics and Theology: An Unexpected Kinship" (2007): in cui evidenzia parallelismi tra la metodologia scientifica e il pensiero teologico.
Nel suo lavoro, Polkinghorne sosteneva che la scienza e la religione non fossero in conflitto, ma piuttosto due modi complementari di comprendere la realtà. Riteneva che la fede fornisse risposte alle domande che la scienza non poteva affrontare, come il senso ultimo della vita e l'esistenza di Dio.
Per il suo contributo al dialogo tra scienza e religione, Polkinghorne ricevette numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso Premio Templeton nel 2002, conferito a individui che si distinguono per i loro sforzi nel far progredire la dimensione spirituale della vita.
John Polkinghorne continuò a scrivere e a tenere conferenze fino agli ultimi anni della sua vita. Morì il 9 marzo 2021, lasciando un'eredità duratura come ponte tra due mondi spesso considerati separati.
Polkinghorne rimane una figura di riferimento per chi cerca un dialogo costruttivo tra scienza e fede. La sua vita e il suo lavoro dimostrano che è possibile combinare una profonda comprensione scientifica con una fede religiosa altrettanto rigorosa e riflessiva.
La strategia del ricorso a una convinzione ben fondata è un fattore che la scienza e la teologia hanno in comune nella loro ricerca della comprensione della verità. Ora vorrei puntare l’attenzione su altri due aspetti della ricerca della verità che entrambe hanno in comune. Il primo è lo schietto riconoscimento del fatto che in entrambi i casi il grado di successo che può essere raggiunto è caratterizzato, nella migliore delle ipotesi, da una intuizione affidabile piuttosto che da una prova indubitabile. In altre parole, entrambe offrono una comprensione illuminante sulla quale è totalmente ragionevole fare affidamento, entrambe senza essere in grado di rivendicare una conoscenza assoluta e certa che solo una persona irrimediabilmente sciocca potrebbe richiedere.
John Polkinghorne, «Vita e Pensiero» 95 (2012), n. 2, 82-90, tr. it. di Serena Spelta e Lorenzo Fazzini
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