Il fuoco dello Spirito

Il Vangelo commentato dai giovani e dai salesiani. Prenditi un tempo di meditazione sulla Parola di Dio.

Benjamin DeYoung Benjamin DeYoung

Domenica di Pentecoste

Dagli Atti degli Apostoli
At 2,1-11

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. 
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Commento

Il racconto della Pentecoste è travolgente: un vento impetuoso, lingue di fuoco, una casa riempita da una presenza potente. Gli Apostoli, che fino a quel momento erano stati chiusi e impauriti, vengono colmati di Spirito Santo e si aprono al mondo. È la nascita della Chiesa, non come istituzione, ma come comunità viva e missionaria. Lo Spirito cambia tutto: accende coraggio, rompe i confini, spalanca porte e cuori.

Uno dei miracoli più sorprendenti è che ognuno capisce nella propria lingua. Lo Spirito non uniforma, ma valorizza la diversità. L’amore di Dio non è per pochi, ma è per tutti, e ogni cultura, ogni popolo, ogni persona è raggiunta. È il contrario della Babele della confusione: lo Spirito unisce senza cancellare le differenze, ci rende capaci di comunicare l’essenziale con autenticità e verità.

Pentecoste non è solo un ricordo: è un’esperienza possibile anche oggi. Quando scegliamo di amare, perdonare, annunciare, lo Spirito agisce attraverso di noi. Anche noi siamo chiamati ad essere voce, fuoco e vento nel mondo: fuoco che illumina, vento che spinge, voce che annuncia. La missione non è solo per preti e suore: è per ogni battezzato, per ogni giovane che accoglie lo Spirito e si mette in gioco.

Il Vangelo della Pentecoste ci dice che non siamo chiamati a restare chiusi nei nostri spazi, ma a uscire, parlare, vivere. Lo Spirito ci dà parole nuove, gesti nuovi, sogni nuovi. Se gli lasciamo spazio, fa di noi strumenti di pace, di gioia, di comunione. Non dobbiamo avere tutto sotto controllo: è lo Spirito a guidare. Basta fidarsi, aprire le porte, e lasciarsi infiammare.

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