Essere Figli – Giustizia e dignità

Novena Maria Ausiliatrice / 7 giorno

7 Giorno / 21 Maggio

I figli si fidano, i figli si affidano. E una madre è vicina, sempre. La vedi anche se non c’è.
E noi, siamo capaci di vederla?
Beato chi vede con il cuore.

Nostra signora di Aparecida
I piccoli pescatori Domingos, Felice e Joao

All’alba del 12 ottobre 1717, Domingos Garcia, Felipe Pedroso e Joao Alves spinsero la loro barca nelle acque del fiume Paraiba che scorreva presso il loro villaggio. Non sembravano aver fortuna quella mattina: per ore gettarono le reti, senza pescare nulla. Avevano quasi deciso di rinunciare, quando Joao Alves, il più giovane, volle fare un ultimo tentativo. Gettò dunque nelle acque del fiume la sua rete e lentamente la tirò su. C’era qualcosa, ma non era un pesce… sembrava piuttosto un pezzo di legno. Quando lo liberò dalle maglie della rete, il pezzo di legno si rivelò essere una statua della Vergine Maria, purtroppo priva della testa. Joao gettò di nuovo la rete in acqua e questa volta, ritirandola su, vi trovò impigliato un altro pezzo di legno di forma arrotondata che sembrava proprio la testa della stessa statua: provò a mettere insieme i due pezzi e si accorse che combaciavano perfettamente. Come obbedendo ad un impulso, Joao Alves gettò nuovamente in acqua la rete e, quando provò a tirarla su, si accorse di non riuscirci, perché era piena di pesci. I suoi compagni gettarono le reti in acqua a loro volta e la pesca di quel giorno fu veramente abbondantissima.

Una madre vede le necessità dei sui figli, Maria ha visto le necessità dei tre pescatori ed è andata loro in soccorso. I figli le hanno dato tutto l’amore e la dignità che si può dare a una madre: hanno messo insieme i due pezzi della statua, l’hanno posta su una capanna e ne hanno fatto un santuario. Dall’alto della capanna, la Madonna Aparecida – che vuol dire Apparsa – ha salvato un suo figlio schiavo che scappava dai padroni: ne ha visto la sofferenza e gli ha restituito dignità. E oggi, quella capanna, è il più grande santuario mariano del mondo e porta il nome di Basilica di Nostra Signora di Aparecida.

Maria, Madre che vede.
Tu, che hai visto la sofferenza dei tuoi figli maltrattati, a iniziare dai discepoli, ti poni accanto ai tuoi figli più poveri e perseguitati. A loro ti sei avvicinata, a loro ti sei manifestata.
Non nasconderti dallo sguardo di una madre: lei vede anche nei tuoi desideri e bisogni più nascosti.

Intervento Rettor Maggiore

Maria Santissima, dignità e giustizia sociale

Maria Santissima è uno specchio di dignità umana pienamente realizzata, silenziosa ma potente e ispiratrice per un senso giusto del vissuto sociale. Riflettere sulla figura di Maria in relazione a questi temi ci svela una prospettiva profonda e sorprendentemente attuale.

Guardiamo a Maria, la donna piena di dignità come un dono che per noi oggi ci aiuta a guardare questa sua purezza originaria, che non la pone su un piedistallo inaccessibile, ma rivela Maria nella pienezza di quella dignità a cui tutti ci sentiamo un pochettino attratti, chiamati.

Contemplando Maria vediamo risplendere la bellezza e la nobilità precisamente la dignità dell'essere umano, creato ad immagine e somiglianza di Dio, libero dal gioco del peccato, pienamente aperto all'amore divino, una umanità che non si perde nei dettagli, nelle cose superficiali.

Possiamo dire che il sì libero e consapevole di Maria è quel gesto di autodeterminazione che eleva Maria a quella che è a livello della volontà di Dio, entra in qualche modo nella logica di Dio. La sua umiltà poi la rende ancora più libera, lungi dall'essere sminuente dall’umiltà. L’umiltà di Maria diventa la consapevolezza della vera grandezza che viene da Dio.

Ecco allora questa dignità Maria ci aiuta a guardare come noi la stiamo vivendo nella quotidianità della vita. Il tema della giustizia sociale può apparire meno esplicito però da una lettura attenta contemplativa del Vangelo specialmente dal Magnificat riusciamo a captare, a sentire a incontrare quello spirito rivoluzionario che proclama l'abbattimento dei potenti dai troni e l'innalzamento degli umili, cioè il rovesciamento delle logiche mondane e l'attenzione privilegiata di Dio verso i poveri, gli affamati.

Parole che sgorgano da un cuore umile, pieno di Spirito Santo. Possiamo dire che sono un manifesto di giustizia sociale “ante Littera”, un'anticipazione del regno di Dio, dove gli ultimi saranno i primi.

Contempliamo Maria affinché ci sentiamo attratti da questa dignità che non si limita a chiudersi in se stesso ma è una dignità che nel Magnificat ci sfida a non rimanere chiusi nelle nostre logiche ma diventiamo aperti, lodando Dio cercando di vivere il dono ricevuto per il bene dell'umanità, con dignità per il bene dei poveri per il bene di quelli che sono gli scartati della società.

La preghiera di un figlio che ha paura

Maria, tu che ti mostri a chi sa vedere…
rendi il mio cuore capace di restituire dignità.
Nell’ora della prova, guarda le mie mancanze e colmale.
Nell’ora della fatica, guarda le mie debolezze e sanale.
Nell’ora dell’attesa, guarda le mie insofferenze e curale.
Così che io guardando i miei fratelli, possa guardare le loro mancanze e colmarle,
vedere le loro debolezze e sanarle, sentire le loro insofferenze e curarle.
Perché nulla cura come l’amore e nessuno è forte come una madre che cerca giustizia per i suoi figli.
E allora anche io, Madre, mi fermo ai piedi della capanna, guardo con occhi fiduciosi la tua immagine e ti prego per la dignità di tutti i tuoi figli.

Ave Maria…

Beato chi vede con il cuore.

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